IL VOLUME RACCOGLIE, INSIEME AL SAGGIO DI GIANFRANCO NAPPI UNA RACCOLTA DI TESTI E INTERVENTI DI ENRICO BERLINGUER. IL BRANO CHE QUI PUBBLICHIAMO E’ TRATTO DFAL DISCORSO CHE BERLINGUER TENNE ALLA FINE DELLA MARCIA PER LA PACE DA ASSISI ALLA ROCCA FRANCESCANA IL 9 OTTOBRE 1983, ORGANIZZATA DAL PCI UMBRO E DALLA FGCI NAZIONALE, PUBBLICATO INTEGRALMENTE NEL VOLUME GRAZIE ALLA SUA MESSA A DISPOSIZIONE DA PARTE DI CLAUDIO CARNIERI, ALL’EPOCA SEGRETARIO REGIONALE DEL PCI. FU IN QUELLA OCCASIONE CHE, FUORI PROGRAMMA, BERLINGUER FU ACCOLTO A MENSA DAI FRANCESCANI.

…così è anche oggi, con questa nuova marcia e questa grande assemblea di
popolo, che si svolgono alla vigilia delle manifestazioni per la pace che si terranno a Roma e in altre capitali europee il 22 ottobre.
Ascoltate ora queste parole pronunciate da questa rocca maggiore di Assisi, a conclusione della marcia del 1961:


«Il tempo è maturo per una grande svolta del genere umano. Il passato è passato. Basta con le torture, basta con le uccisioni per qualsiasi motivo; basta con il pericolo che enormi forze distruttive siano in mano alla decisione di pochi uomini. Da questo orizzonte aperto, infinito e fraterno, sacro da più di sette secoli ad ogni essere che nasce alla vita e alla compresenza di tutti, scenda una volontà intrepida e serena di resistere alla guerra, di propositi costruttivi di pace. “


Sono parole di Aldo Capitini.
Ebbene io credo che in esse ancora oggi si ritrova un raccordo tra la storia antica dell’Umbria, lo spiritualismo di Francesco Bernardone, il poverello di Assisi, e di Jacopone da Todi – fratelli in pace e in povertà, e in radicale
polemica con il loro tempo – e la realtà moderna del movimento operaio e la religiosità laica e riformista di Capitini.
Assisi è centro della cristianità francescana; ma essa, insieme alle intensissime attività delle strutture e delle organizzazioni cattoliche, ecclesiali e laicali, è stato ed è un punto di riferimento per le forze e le idee di pace e giustizia in tutto il mondo. Buddha, Cristo, Francesco e Gandhi: così era scritto in un cartello alla marcia del ‘61
non sarò certo io a dire qui, a voi, il significato storico e attuale del francescanesimo. ma non credo vi sia dubbio che Francesco e lo spiritualismo francescano rappresentino un punto di crisi cioè di passaggio, nella vita
della cattolicità.
Il Signore mi ha rivelato essere suo volere che io fossi un novello pazzo del mondo racconta la Legenda Perugina e tra gli aspetti della follia di Francesco c’era la contestazione radicale e intransigente della guerra, della violenza, oltreché della proprietà e del potere. Di fronte alla gerarchia ecclesiastica, fino al Vescovo di Roma, Francesco
contestava la ragionevolezza della guerra, delle crociate; e non soltanto cercò di convincere il Papa Innocenzo III e i crociati a non intraprendere la guerra, ma una volta che questo esplose, e mentre in terra Santa infuriava
la battaglia, Francesco – che gli storici arabi descrivono come uomo di piccola statura e senz’armi – superò le linee e si recò nel campo saraceno, dal Sultano e predicò la pace in nome di cristo e degli uomini.

Era una rottura profetica netta e totale, un rifiuto secco della pretesa ragionevolezza, della
accettabilità della cosiddetta guerra giusta o guerra santa; ed era, al tempo stesso, l’affermazione integrale del primato della pace e della ricerca del dialogo e dell’accordo con tutti gli uomini di buona volontà che è indispensabile perseguire ad ogni costo perché la pace sia garantita.

Questa lezione di Francesco è stata ripresa nei nostri tempi dal concilio Vaticano II. In una delle costituzioni del concilio, la Gaudium et Spes, si dice:


«La corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri. e c’è molto da temere che, se tale corsa continuerà, produrrà un giorno tutte le stragi delle quali già va preparando i mezzi».


Questi concetti affermati dai Padri conciliari indicano ai cattolici un impegno operativo che si ispira a quella provvida follia di Francesco, che è invece vera saggezza e vera bontà perché contrasta con la faciloneria dei
buonsensai, seguendo la quale si giunge ad accettare che tutto vada come va, che vengano allestite apparecchiature militari e belliche sempre più micidiali, spingendo il mondo verso la vera e suprema follia. I recenti appelli
di pace dei francescani in Brasile e dei francescani in Assisi e l’invito a Reagan e a Andropov di incontrarsi in questa città per ritrovare un accordo di pace, esprimono anch’essi la contemporaneità e la continuità del messaggio
universale del Santo di Assisi…”

NELLA IMMAGINE IN EVIDENZA ENRICO BERLINGUER, PADRE VINCENZO COLI, CLAUDIO CARNIERI

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