di Pasquale Iorio

Ancora una volta dobbiamo rilevare l’indifferenza che permane sullo scandalo delle cave sui Colli Tifatini, un bene comune del nostro patrimonio ambientale. In particolar modo nel tratto tra Centurano e i due cementifici (Moccia e Cementir) lo spettacolo appare sempre più sconvolgente: la maledizione delle cave è sotto gli occhi di tutti, continuano a devastare le nostre colline con un pauroso dissesto idrogeologico nella conurbazione casertana. In modo irreversibile intere colline sono state divorate e sfregiate dai cosiddetti “cavaioli”, che nonostante i divieti di legge continuano imperterriti la loro opera predatoria. In questo modo ci viene sottratto un patrimonio identitario, con la distruzione del paesaggio che dovrebbe essere tutelato come un bene primario (come sostiene l’Art. 9 della Costituzione).
Ma ancora peggio appare il silenzio assordante, il disinteresse dell’opinione pubblica di fronte a tale devastazione. A partire dai cittadini che dovrebbero essere più vigili ed attivi, quanto meno nel denunciare questo scempio. Mi riferisco in primo luogo a quelle associazioni ambientaliste, del terzo settore che negli anni scorsi si erano fatte sentire, come Legambiente, Italia Nostra e il WWF, la Lipu e Libera Presidio di Caserta, nonché i vari comitati cittadini di giovani per i beni comuni: come Caserta CittàViva, Combo, Movimento per il Macrico, Villetta Giaquinto ed Ex Canapificio.


Sembra scattata una sorta di autocensura collettiva nei confronti dei cavaioli e dei potentati che li proteggono (a partire dai proprietari dei cementifici Cementir e Moccia di S. Clemente e della infernale Cava Anna vicino all’eremo di S. Michele e alla Fondazione Leo fino a Casagiove). Per rompere questo muro di silenzio e di connivenze va rilanciato con determinazione il progetto di un Parco Urbano dei Colli Tifatini, su cui diversi comuni hanno già deliberato, da realizzare con fondi nazionali e regionali con l’obiettivo di una vera e propria ricostituzione della cosiddetta “corona verde” della conurbazione casertana, con il recupero paesistico – ambientale, il completamento e la contiguità vegetazionale e funzionale tra le aree di contorno al Parco della Reggia, ai siti di interesse storico, architettonico e culturale, alle aree di cava qui presenti.
A tal fine appare interessante la proposta lanciata dal WWF per realizzare un Erbario digitale dei Tifatini, per salvare e tutelare quello resta di un mondo ricco di piante e di fiori che rischiano di scomparire. “Ogni specie porta il ricordo dell’evoluzione che l’ha prodotta. La loro estinzione per cause non naturali è una perdita permanente di una possibile fonte di risorse per l’ambiente e per l’uomo. E’ come bruciare una biblioteca senza neppure averne sfogliato un volume”. Ben detto! Per chi lo avesse dimenticato, ricordiamo che le colline Tifatine spinsero L. Vanvitelli a costruire la Reggia maestosa nel sito attuale in quanto facevano da cornice naturale, da sfondo al palazzo reale con annesso giardino, fontane e cascate. Per cui anche la direzione del monumento e della Sovrintendenza dovrebbero intervenire in merito. Ma tutti tacciano in una desolante indifferenza.
In questa fase di emergenza sanitaria e climatica lo sfregio delle cave appare ancora più vistoso, enorme, inquietante. Purtroppo ora quelle colline non ci proteggono più come una volta, con un dissesto idrogeologico senza pari. Per queste ragioni dobbiamo chiedere con forza alle istituzioni locali ed anche alle più alte autorità dello Stato e della Regione di bloccare questa folle corsa verso la distruzione dell‘eco-sistema in una delle aree a più alta densità urbana e produttiva. Al riguardo, come è avvenuto in tante altre realtà, si possono progettare interventi per riutilizzare le cave destinandole ad altre attività di tipo sociale e produttivo, in primo luogo per ripristinare i siti naturali, con opere di “ripascimento”. In merito l’università (a partire dal Polo Scientifico) può dare un contributo decisivo per rilanciare un dibattito ed un confronto su nuove idee di crescita sostenibile per il nostro territorio.
Su questi temi ed obiettivi proponiamo alle istituzioni ed alle associazioni di aprire un confronto con le istituzioni locali e regionali, a partire dai comuni di Caserta, Casagiove e Maddaloni, che in questa fase può essere realizzato on line anche nei prossimi giorni. Possiamo definire insieme una data e le modalità dell’evento su una piattaforma come Zoom e su FB, che consente una partecipazione ed una visione molto ampia, anche a livello nazionale.


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