Qualche giorno fa Antonio Bassolino ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato di “un movimento politico di chiara sinistra riformatrice: che deve avere il suo ancoraggio sui temi sociali, del lavoro e delle persone più deboli”.
Sicuramente si sente la necessità di un nuovo movimento politico di sinistra che sia aperto a tutti e non autoreferenziale. Che abbia una chiara proposta politica che sia radicale e ferma su alcuni valori di fondo.
Certamente quelli di origine illuministica quali la fraternità, l’uguaglianza e la libertà, su cui si basa l’Unione Europea. Voglio fare un inciso sulla “fraternità” di cui negli ultimi secoli si è fatto davvero poco dal punto di vista dei partiti politici e/o soggetti intermedi essendo quasi tutti convinti nel profondo che vince solo e soltanto chi è più aggressivo e pensa a sé stesso avendo generato l’attuale deriva individualista di cui siamo vittime. Lo sottolineo perché stiamo vivendo la pandemia del Covid-19 trascurando volutamente gli aspetti relazionali e di reciprocità, e questo sta provocando un acuirsi delle disuguaglianze sociali e nuove forme di violenza di ribellione in tutte le classi sociali e in tutte le parti del mondo.
Che sia chiaro, la democrazia deve essere rappresentativa indipendentemente dagli attuali strumenti digitali che ci tentano ad utilizzare una di tipo “diretto”. Inoltre la democrazia deve essere anche interna per poterci distinguere da certi potenti in campo finanziario e industriale che in maniera eterodiretta gestiscono gli attuali organismi intermedi che creano consenso e tentano di controllare le istituzioni.
Essere davvero aperto al dialogo e all’inclusione sociale non confondendola con la semplice integrazione che si rivolge ad una parte e non a tutti. Non lasciare nessuno e dico nessuno indietro. Si deve basare sulla fiducia per l’essere umano e sulla sua capacità di fare comunità, comunicare con chi è ai margini della nostra società sia in senso sociale che ideale.
L’economia stessa deve essere di tipo circolare non solo nel senso di sostenibilità ambientale ma anche come co-programmazione e co-decisione tra sistema pubblico, privato e operatori sociali ognuno dei sistemi preso con le proprie competenze e pari dignità.


Mi è stato insegnato che la pratica rende perfetti, quindi si può tradurre che dobbiamo sporcarci le mani e lavorare sodo per costruire un soggetto che sappia parlare in maniera trasversale a tutte le generazioni e a tutte le classi sociali.
Quindi sarà importante e forse determinante il metodo con cui si vuole costruire questo soggetto politico di sinistra riformatrice per incidere in un momento storico in cui i senza dimora della sinistra non sanno a chi rivolgersi dal punto di vista idealistico e di risoluzione della complessità in cui siamo immersi.
Quindi chiedo di aprire una discussione più epistemologica che strettamente statutaria riguardo il movimento che Bassolino e chi gli sta vicino ha in mente.
Un confronto sul Metodo è necessario e quando parlo di Metodo mi riferisco a che cosa si intende come pratica politica: non caricarci di tutto e tutti per motivi quantitativi quando abbiamo esigenze contingenti, sapere scegliere e aver il coraggio di farlo; concentrarsi sull’anima e non sull’aspetto delle persone, quindi aver fiducia nel prossimo e non credere in una comunicazione verbale e non verbale immaginando l’altro come un soggetto passivo ma attivo che in maniera reciproca influisca su chi siamo.
Semplicemente non confondere il malato con la malattia concentrandosi, sbagliando gravemente, solo e soltanto su quest’ultima.
Ognuno di noi è portatore di un capitale semantico che è l’insieme dei prodotti intangibili dell’ingegno (idee, scoperte, culture, lingue, arti, religioni) che produciamo, raffiniamo e ereditiamo in quanto esseri umani. Il movimento che immagino deve essere in grado di saperli prendere tutti nessuno escluso generando un capitale semantico di comunità che sappia a sua volta essere attrattivo e in grado di impattare socialmente e idealmente in termini di speranza e di amore per il prossimo e per l’ambiente di cui facciamo parte e per le generazioni future.
Carlo Falcone Presidente Associazione Sudd

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1 commento

  1. Caro Gianfranco, mi limito ad una breve riflessione, non sentendomi per ora in grado di svolgere una risposta elaborata sull’articolo di Carlo Falcone, ma se questo è il primo passo della iniziativa di Antonio lo vedo del tutto inadeguato e fuori dalla storia. Il marxismo In verità io, quando parlo di sinistra, mi sento ancorato al marxismo, come metodo di interpretazione della realtà per trasformarla. Nello scritto di Falcone, che fine ha fatto la trasformazione della realtà? I soggetti sociali dove sono? Io penso che il mondo che dovremmo cambiare è molto più avanti di quanto la maggioranza di noi si immaggina ed ha già creato nuove classi e soggetti

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