di Gianfranco Nappi

E’ davvero più facile immaginare la fine del Pianeta piuttosto che il superamento del capitalismo che la sta generando , riprendendo una allocuzione di Mark Fisher ripresa di recente da Donatella Di Cesare? Ma davvero non c’è alternativa al rimanere prigionieri della caverna platoniana, come inviterà a riflettere sul primo numero del 2022 di Infinitimondi il filosofo Alfonso Maurizio Iacono disvelandone i meccanismi di rigenerazione costante?

Film straordinario Don’t look up : parla proprio di noi e della nostra incapacità di guardare alla realtà delle cose, anche quando queste ci piovono addosso come nel caso del devastante meteorite che nel film viaggia verso la terra. Parla di questo nostro tempo nel quale, per dirla con Adriano Prosperi : ” Il falso e il finto assediano il vero, lo intimidiscono e lo rendono flebile e soprattutto noioso; quando non insorge perfino una reazione infastidita contro il principio di autorità del dotto.”

E’ così perfino per la pandemia nei confronti della quale si procede a tappe forzate per riassorbirne ogni impatto ‘eversivo’ dell’ordine costituito del capitalismo reale, fino alla vergogna di paesi ricchi produttori dei vaccini che si rifiutano di metterli a disposizione dei tre quarti dell’umanità, prigionieri i decisori politici dei paesi più ricchi di chi quella ricchezza estrae-rapina come non mai da una conoscenza che invece è sempre più sociale.

E’ così per l’altra grande vergogna dei migranti che, senza nome e senza neanche il diritto ad una sepoltura, muoiono a centinaia anonimi nelle acque del Mediterraneo o sono costretti al freddo e alla neve lì, al confine tra Bielorussia e civilissima Europa-Polonia, mentre crescono barriere, recinzioni, muri per ‘proteggere i confini esterni dell’Europa’. Ma davvero siamo sotto attacco? Ma davvero abbiamo dichiarato guerra alla povertà , alla disperazione , alla speranza?

A questo si sono ridotte la nostra Cultura e la nostra Civiltà?

Ed è così per la questione dei cambiamenti climatici per i quali, esattamente secondo la logica di non mettere in discussione nulla del capitalismo reale, si va affermando una sorta di filosofia della sostituzione: continuiamo a fare tutto quel che abbiamo sin qui fatto, e di cui la produzione di energia con fonti fossili è solo una delle componenti. Con un unico correttivo: sostituire appunto a quell’energia un’altra . E poichè il ritmo del produttivismo, del consumismo del mercato globale corre ad una velocità molto più forte di quella della capacità d produrre energia pulita, allora non solo continuiamo a distruggere risorse naturali per produrre cose che diventano obsolete nel momento stesso in cui soddisfano il nostro alimentato desiderio di possedere, che ha orami tratti indotti compulsivo-ossessivi, ma dobbiamo trovare anche la soluzione per produrre sempre più energia per continure a produrre in modo crescente. E allora ecco il miracolo della moltiplicazione dei kw : il nucleare chec ritorna a cui, per essere più in, friendly e cool, ovvero per coprire la vergogna, si aggiungono le aggettivazioni pulito o green.

Ecco la linea della Commissione europea. Sostenuta a spada tratta dalla Francia. La Germania ha fatto un’altra scelta per davvero, si oppone : trovate di seguito l’intervista pubblicata qualche giorno fa su La Stampa a Nikolaus Valerius, non un ragazzotto di Friday For Future ma nientemeno che il capo della divisone nucleare del colosso energetico tedesco RWE. Il titolo dell’intervista dice già tutto: ” Il nucleare è un business morto…”, mentre il suo contenuto è anche ricco di analisi e dati di grande interesse e concretezza.

E l’Italia dov’è in questa discussione? Che posizione ha? E il PD ha nulla da dire?

E allora, davvero bisognerà che ci si stringa nuovamente ( nel senso di ancora una volta e nel senso di in modo nuovo ), insieme e si ritrovi quella forza che solo lo stare insieme e il fare comunità delle moltitudini può dare ad esse e, con coraggio e con realismo, si provi ad uscire dalla caverna e a guardare in alto.

E allora, per davvero, forse, potremo dar ragione al nostro Giambattista Vico e potremo con lui dire….” Sembravano traversie ed eran in fatti opportunità“.

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1 commento

  1. Una riflessione appropriata che dovrebbe spingere i progressisti ad essere più incisivi per aiutare il PD e la sinistra smarrita non solo ad uscire dalla caverna,ma anche a scalare il cielo della politica,oltre gli angusti orizzonti del neocapitalismo globalizzato.

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