IL MIO CONTRIBUTO PER NAPOLI FINO IN FONDO
Ho trascorso parte del mio 25 aprile 2021 desiderando la Liberazione di Napoli e ho considerato come primo impegno rileggere, con più attenzione, il documento base di Gianfranco Nappi e tutti i contributi scritti pervenuti come riflessioni e proposte ad esso attinenti.
Questo valorizza ancora di più la funzione culturale e politica di INFINITI MONDI come spazio fertile per confronti severi e costruttivi, per descrizioni/analisi (pensieri di libertà) e per individuare soluzioni progettuali (altri mondi sono possibili) da prospettive diverse, ben sostenute da specifiche competenze e dai propri patrimoni di vita strutturati nel tempo ma in costante dinamicità.
Poi è arrivato il Lunedi 26 aprile di Mario Draghi con i ripetuti applausi, il 27 con annotazioni ben precise dello stesso Presidente del Consiglio e con le approvazioni del Recovery Plan, giornata infiocchettata dalla fiammata di Salvini impaurito dall’avanzata della Meloni, mentre i giornalisti hanno continuato a confabulare sul disgustoso video dell’ incontenibile follia narcisista di Grillo ( io non mi sono affatto meravigliata della sua allucinante reazione in ogni caso irta di involuzioni pesanti ). E’ sempre fonte di confusione il confronto ben manipolato “aperture si – aperture no”, l’enfasi della voglia di liberazione perché gli italiani non ce la fanno più … forse a sentire il numero dei morti quotidianamente troppo alto!!?!.
Poi il 28 aprile 2021 attenzione ai 50 anni di IL MANIFESTO ed ecco un fiorire di applausi anche da insospettabili opinionisti, in agguato lo spettro di rito del tentativo di sfiduciare il ministro della salute Speranza.
E poi c’è la nostra Napoli sempre tanto presente nei tg con il suo lungomare disordinatamente affollato … ma che gioia finalmente “sole, mare, Vesuvio e pizza”. Non importa se il piano vaccinale – presentato al top – è un tessuto di testimonianze apparentemente solo individuali con troppe ombre e contraddizioni, ingiustizie varie. L’aumento dei contagi? Procida in pochi giorni la prima isola italiana covid-free: volere di De Luca. Risposta modello della vox populi : Io per natura sono ottimista. Sulle pagine di qualche quotidiano intanto vengono menzionati nuovi incarichi dati da De Magistris strane operazioni privatistiche anche per il nostro verde pubblico, da tempo abbandonato all’incuria.
Dimenticavo : nei talkshow di La/7 sempre – con le dovute distanze – si alternano con i propri stili comunicativi De Magistris e De Luca ed ogni tanto viene concesso qualche flash ad opinionisti sui movimenti/accordi-disaccordi per le vicine elezioni amministrative.
Io spero che l’aggettivo qualificativo autunnali possa essere usato solo con il dovuto significato meteorologico.
Ormai è sempre più diffuso il “mantra”: la trasformazione da innescare con i tanti miliardi in arrivo è epocale per creare riforme, lavoro ed investimenti come solide basi per un futuro migliore di giovani, adolescenti, ragazzine/i e piccole/i e soprattutto per l’intero SUD.
E’ un coraggioso passaggio innovativo sostenuto dall’Europa, unico ed irreversibile per la sua portata.
Anche Draghi, con il suo stile anche lessicale, auspica concordia tra istituzioni e forze politiche, tra enti locali e regioni, partecipazione di tutti i cittadini con onestà e lealtà.
E’ il bivio per cui la politica dovrebbe cambiare in Politica anche con le parole e i toni dei messaggi, rendendo partecipe la parte più sana degli italiani, indipendentemente da età anagrafica, titoli di studio, lavori/professioni e reddito.
Allora BASTA PATERNALISMI (accomodanti o autoritari) che mortificano le nostre identità, intelligenze e anche le nostre giuste indignazioni? FONDAMENTALE PER NAPOLI e CAMPANIA.
Scrivo il mio contributo per le pagine di InfinitiMondi enucleando un piccolo pezzo dal testo di Gianfranco Nappi:
E’ nello sviluppo di una inedita trama partecipativa c’è anche uno degli antidoti più grandi per frenare e sconfiggere l’influenza della camorra e delle organizzazioni criminali nel vivo della società….
Senza alcuna presunzione vorrei ampliare il messaggio del 1992 di Gerardo Chiaromonte “Tornate tra la gente, parlate con la città aggiungendo: imparate ad ascoltare chi abita nei quartieri più degradati ma anche chi vive situazioni molto vantaggiose, mettetevi alla prova a decifrare la frammentarietà delle analisi, la parcellizzazione delle esigenze, l’invasione non positiva dei linguaggi dei social e la loro penetrazione negli schemi mentali, le conseguenze della martellante mortificazione del pensare e del conoscere verità. Accogliete le specifiche richieste di essenziali cose concrete degli ultimi o di gruppi di persone, di comitati di quartiere (esistono ancora!), di categorie di lavoratori mettete in atto soluzioni minime, per poi ricomporle con la Politica in un quadro d’insieme valido per l’oggi ma già proiettato nel futuro. Impegnatevi ad alimentare dialoghi con parole semplici, a costruire confronti – anche divergenti – sul quotidiano, allontanandosi dal “politichese”, da fiumi di parole vissuti da tempo come slogan e quindi inutili nel loro ripetersi rumoroso. La migliore prescrizione /terapia medica è efficace attraverso la collaborazione attiva del paziente. Non miracoli ma nemmeno obiettivi e soluzioni annunciati la cui realizzazione viene persa per strada…lasciando altri ruderi e l’amaro dei soldi buttati o ben accaparrati da indefiniti fantasmi.
Evitate le contrapposizioni così ben costruite dai media che, nel loro galleggiare, già da troppi anni “giocano” a confondere i confini ideologici o valoriali della destra e della sinistra. Conducete a lineari argomentazioni con l’arte della mediazione (da non confondere con i deboli compromessi ricattabili) fondamentale per convergere al raggiungimento di parziali obiettivi predisposti nelle grandi finalità, neutralizzando il potere diabolico del consenso (manovrato dall’alto) e nutrendo il potere costruttivo che nasce dalla partecipazione che unisce tanti con azioni consapevoli e responsabili.
Ogni VOI (seconda persona plurale) deve trasformarsi in NOI (prima persona plurale) un NOI, soprattutto di cittadini attenti (ce ne sono tanti, troppo spesso in silenzio per fiducia erosa) disposti a collaborare per creare con la Politica nel territorio un tessuto connettivo etico nel suo divenire culturalmente “rivoluzionario”, per nutrire un rinnovamento antropologico rispetto a un passato/presente troppo opaco e direi pericoloso non solo per la nostra Napoli.
Ma quale Napoli vogliamo?
Io voglio una Napoli che non sia usata come “una rappresentazione teatrale fascinosa” dove il compiacimento per le bellezze donate dalla natura e per il patrimonio pregiato strutturato dalla storia diventi colorito amore decantato solo per consenso folcloristico che spinge ancora di più la nostra società urbana in una malcelata decadenza, tuttora letta con i soliti schematismi, anche attraverso le voci colte non napoletane che fanno dichiarazioni roboanti di fatto offensive sula sua bella unicità. (es: l’ultima trasmissione di Corrado Augias).
Io voglio che il pittoresco più genuino delle nostre tradizioni non venga depredato e avvilito dal turismo “mordi e fuggi”, che il degrado o l’abbellimento raffazonato di vicoli e di palazzi storici non sia cornice intrigante per chi viene a Napoli convinto che qui tutto è possibile perché qui la trasgressione è creatività … e poi il sole, il mare e il Vesuvio sono sufficienti per sentirsi allegri, chissà per qualche minuto anche felici….e i il profumo della pizza o dei “o’ cuoppo del fritto” diventano complici per l’i innamoramento i di Napoli in un weekend o in unica giornata concessa dall’itinerario di una crociera, con qualche tocco di pseudo cultura.
Io voglio che l’energia bella, vera della nostra Cultura e lo spessore di inconfutabile prestigio insito nella nostra storia, conservato nelle nostre reggie e nei nostri castelli, nei nostri musei e nelle nostre biblioteche, negli archivi di stato e nelle facoltà universitarie – diventino linfa per mettere in moto i rinnovamenti efficienti ed efficaci definiti sfide per il futuro e dare vita a Napoli come Moderna Metropoli. Voglio visibile e nitido l’enorme lavoro di esperti come parte integrante del carico di responsabilità politica e sociale. Indubbiamente ognuno di noi, ogni singolo cittadino può essere portatore di positiva energia come elemento di rinnovamento e di valida modernità, ma è il prossimo Sindaco che nel suo ruolo ha l’alta responsabilità di promuovere la Politica in Gestione della Città come Bene Comune, non solo come lavoro visibilmente produttivo e adeguatamente organizzato ma anche come motore del senso di “appartenenza a Napoli”, del bisogno sentito e condiviso della “cura della propria città”, del potenziato desiderio di ricomporre l’identità di Napoli e dei suoi cittadini respirando atmosfera di comunità.
Io voglio che il mio prossimo Sindaco non accendi fiammate di entusiasmo transitorio ma che determini partecipazione appassionata consapevole giorno per giorno, che dia linee- guida incontrovertibili su diritti e doveri, su norme da sostenere e leggi da cambiare, su trasparenza di dati e su chiarezza di obiettivi. Io voglio che il mio prossimo Sindaco sappia valorizzare il lavoro – a volte il più silenzioso – di tanti volontari (di tutte le età) che sono impegnati per arginare fra gli ultimi gli effetti devastanti del degrado sociale; anche le tante Associazioni Culturali no profit hanno bisogno di essere ascoltate dal nuovo Sindaco per continuare a comporre il mosaico di iniziative culturali ed artistiche al di fuori dei costosi circuiti nazionali, importanti per la varietà delle proposte e per patrimonio di esperienze e di vissuto accumulato anche nei quartieri più difficili. Per me è soprattutto il Sindaco il primo condottiero per incrementare concordia istituzionale, per neutralizzare forme di corruzione nelle procedure amministrative e per rafforzare la lotta alle organizzazioni criminali (micro e macro), combattere anche tutti i tentacoli dell’usura e delle illegalità quotidiane moltiplicate da solitudini, dalla persistente rassegnazione o dallo stereotipo folcloristico. Nel passaggio epocale a cui siamo chiamati vivendo ancora la tragedia della Pandemia, voglio che il mio Sindaco abbia competenze amministrative comprovate da fatti; egli stesso deve essere espressione di nuove visioni del potere, deve riconquistare l’autorevolezza del potere necessario per governare una realtà complessa e multiforme in ogni caso fatta di vite umane, egli stesso deve diventare baluardo di giustizia e legalità.
Prendiamo realisticamente atto che oggi più che mai siamo sottoposti ad un continuo peggioramento della nostra realtà cittadina: non nascondiamo a noi stessi che c’è un magma di ribellioni sociali che potrebbe diventare incontrollabile. Non sottovalutiamo la serpeggiante emarginazione latente ma sostenuta in più parti d’Italia perché per molti è scomoda una Napoli Rinnovata come Moderna Metropoli i cui giovani ( di vivace intelligenza e appassionante vitalità) continuino a vivere qui – aperti al mondo – ma come cittadini napoletani impegnanti a dare più forza strutturale a teatro, cinema, musica e alle svariate forme artistiche, ai piccoli centri di eccellenze scientifiche e tecnologiche conosciuti più all’estero. Io voglio che il mio futuro Sindaco non solo lavori per la necessaria modernizzazione digitale ma soprattutto per far germogliare ed espandere una nuova Cultura Digitale, ampliando in positivo orizzonti di comunicazione e forme di lavoro ancora inedite, potenziando i linguaggi inediti della democrazia partecipata e innovativa. Io voglio che il mio futuro Sindaco si impegni fattivamente per portare a termine importanti progetti in cantiere da tempo, come il ventennale risanamento dell’area dell’Italsider di Bagnoli dove il paesaggio conserva ancora singolare bellezza, l’archeologia industriale esprime ancora accattivanti richiami culturali in connubio con le potenzialità altamente innovative di Città del Scienza e poi, lì, ci le tracce incancellabile del movimento operaio napoletano.
La scelta del proprio Sindaco oggi più che mai è un atto di responsabilità etica, culturale e sociale ancora più del passato e purtroppo noto – e vorrei sbagliarmi – che le varie rappresentanze della sinistra nella mia città parlano troppo ma non sanno ascoltarsi, non riescono a costruire concordia innovativa ed efficace, a “fare sistema”, a diventare più forti nella condivisione di battaglie giuste e necessarie – anche nel solo pensare al dilagare della povertà e delle ineguaglianze sociali, al continuo calpestare dei diritti civili acquisiti attraverso coraggiose faticose battaglie e all’invasione di camuffati poteri economici forti, anche internazionali. Proposte divisorie con pessimi risultati già scrivono pagine della storia cittadina e regionale più recente, tutti ne paghiamo le conseguenze ma soprattutto sembra denudarsi la volontà di concentrazione di potere personale i cui effetti ramificati inquietanti sono tanti e diventa noioso qui elencarli.
Io chiedo al mio futuro Sindaco di impegnarsi a ridare autorevolezza al Potere della Politica: è superfluo elencare i tanti fatti – iniziando dal berlusconismo – che hanno inquinato terribilmente il confronto democratico, che hanno tolto luce a simbologie fondamentali per vivere la democrazia dando spazio a collaborazioni politiche come diffusione di slogan, atteggiamenti modaioli, lavoro di marketing e molto altro ancora indicibile. . Lo svuotamento di simboli politici – anche iconografici – è apparso indice di modernità: oggi raccogliamo il tentativo di disintegrare codici etici e civili anche nelle sedi parlamentari con abuso ininterrotto di mistificazioni di parole – determinanti nelle azioni – che avrebbero dovuto conservare una certa sacralità anche nella sinistra e, soprattutto, nel partito che ha ereditato il patrimonio del PCI. Anche i simboli non cancellati e condivisi nel fluire delle trasformazioni storiche mantengono unite le comunità e soprattutto non inducono ad un vergognoso revisionismo storico infangando il rigore anche di incontrovertibili documentazioni.
E’ Papa Francesco oggi è il vero punto di riferimento perché brilla di luce propria nel ricordarci con inedite potenzialità la FRATERNITA’ – parola mai cancellata ma soltanto considerata fuori moda – che ridà vitalità alle varie simbologie attinenti sia in senso laico che multireligioso.
Io chiedo al mio futuro Sindaco di non usare oggi – ma nemmeno nei prossimi mesi – la parola NORMALITA’ come invito a pensare e a costruire il futuro….dal marzo 2020 niente può /deve diventare normale come prima e l’ “Andrà tutto bene” trasformiamolo in “Lavoriamo per il bene” accuratamente con categorie di bene opportunamente decifrate e ricomposte. Al mio futuro Sindaco chiedo le verità più scomode della complessità ingarbugliata della mia Napoli per credere nelle capacità di tanti nel trasformare gli ostacoli in risorse nel laborioso ma incisivo cambiamento.
Al mio futuro Sindaco chiedo di costruire una squadra di persone competenti e leali, “non riciclate “ – soprattutto giovani – che si impegnino non per carriere personali in ascesa ma per salvare/rinnovare Napoli – capitale del Sud – e vivere coraggiosamente il faticoso orgoglio di trasformarla in grande Metropoli Moderna. Al mio futuro Sindaco chiedo di lavorare anche per “formare” non su sabbie mobili i futuri dirigenti del domani senza clientelismi ma solo nella trasparenza di indiscutibili meriti.
Io spero ancora che finalmente le migliori forze della nostra Napoli riescano a convertirsi verso grandi obiettivi comuni, spinte non da avari obiettivi parziali legati a particolari vantaggi di potere personale o di partito o , cosa ancora più grave, per sterile narcisismo di potere politico con la “p”minuscola. Io auspico per le forze progressiste napoletane impegno scrupoloso a non disperdere energie politiche e a non creare infeconde contrapposizioni.
ANTONIO BASSOLINO SINDACO DI NAPOLI dal 2021 ?
Ho subito ammirato la sua netta dichiarazione MI CANDIDO A SINDACO DI NAPOLI, chiara e coraggiosa presa di posizione tra tante ombre fluttuanti di candidature montate e smontate, in un clima di persistente incertezza aggravato da aggregazioni politiche oggi unite, con la precarietà del domani che potrebbe presentarle separate.
Tante volte ho cercato di capire il perché dal Rinascimento Napoletano -quando le bellezze di Napoli brillavano di luce sincera con singolare eleganza, quando tutti i semafori funzionavano e tutti rispettavano le strisce pedonali nella bella complicità di sentirci cittadini partecipi alla cura della propria città , quando assaporavo “appartenenza orgogliosa”, reciproca fiducia nei vicoli e sentivo l’energia collettiva proiettata ai migliori cambiamenti – siamo approdati a un decadimento che ci avvolge tristemente. Perché?…..Ma le energie vitali non sono spente, anzi…
Io credo che Antonio Bassolino tuttora possa essere sintesi costruttiva tra il vecchio positivo e il nuovo che ci aspetta – anche simbolicamente. Antonio Bassolino può essere ancora unificante tra le varie generazioni per un alto progetto politico: al patrimonio delle sue forti capacità politiche ed amministrative si aggiunge il patrimonio umano di rinnovata qualità, coltivata negli anni anche di opache trasformazioni.
C’è tanto da capire ancora per meglio progettare il futuro …ma ora pretendo da me stessa di scrivere solo “AD MAIORA ANTONIO BASSOLINO, AD MAIORA PER TUTTI NOI”.
Rosanna Bonsignore
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Immagine in evidenza: 1 maggio 1965 dall’Archivio Mario Riccio-Infinitimondi
Contributo lucido e appassionato per “NAPOLI FINO IN FONDO”.
Governare Napoli che vive una realtà complessa e multiforme è impresa difficile ma non impossibile. L’unico che potrebbe ridare splendore ad una città ricca di Storia, Arte, Cultura è Antonio Bassolino; con competenza Politica e Sociale sarebbe in grado di Rinnovare Napoli in una “MODERNA METROPOLI”.
GRAZIE a ROSANNA BONSIGNORE. L
Contributo lucido e appassionato per
“NAPOLI FINO IN FONDO”.
Governare Napoli che vive una realtà complessa e multiforme è impresa difficile ma non impossibile. L’unica persona che potrebbe ridare Splendore
ad una città ricca di Storia, Arte, Cultura…è Antonio Bassolino (Sindaco);
che con competenza Politica e Sociale sarebbe in grado di Rinnovare Napoli in una “MODERNA METROPOLI”.
Complimenti a ROSANNA BONSIGNORE
che ringrazio.