di Pasquale Iorio

Il racconto della vita di un artista del Sud attraverso un viaggio tra opere e sperimentazioni
Come è stato riconosciuto da molti critici ed osservatori delle sue opere, Vitaliano Ranucci con il suo ricco volume dal titolo “Ritratto d’artista” (edizione speciale 2021) compie una doppia operazione editoriale e culturale: da un lato riscostruisce la sua intensa biografia umana ed artistica, come ci racconta nella sua introduzione al libro, attraverso la riproduzione delle sue opere frutto di un sapiente lavoro artigianale di scultura, di pittura e di incisione. Dall’altro lato rende un omaggio alla sua terra e alla sua gente che ci viene raccontata e presentata nelle varie fasi storiche, dedica alle attività e mestieri tradizionali, come quelli dei lavori nei campi o nell’artigianato. Sono tanti i richiami legati a fatti e memorie di momenti particolari, di carattere più storico e politico, come quelli dedicati alla strage nazifacista del 1943 a Saparanise, con il monumento eretto alle vittime innocenti.

Il volume è molto denso e si articola in diversi capitoli e sezioni tematiche in cui viene ricostruito tutto intero il percorso umano, civile ed artistico dell’autore (anche con nessi e richiami di carattere familiari, come quelli con il fratello Bruno, sindacalista CISL che vive a Vercelli, anche lui impegnato a ricostruire le fasi del processo di industrializzazione del secondo dopoguerra e della sua decadenza). Sono indicativi i capitoli dedicati: a “lo Sbalzo”, alla Grafica e al Disegno, all’Incisione, al vetro, all’Affresco e alla Pittura. Dalla lettura e dalla conoscenza della sua attività, anche attraverso alcuni scritti critici raccolti alla fine del volume, emerge un impegno costante, con grande passione civile verso l’arte e la cultura, che egli ha sempre vissuto ed interpretato come fattore di riscatto civile e sociale. Particolare è stata la dedizione alle attività di volontariato per la Pto Loco, a cui ha dedicato molta parte della sua vita a livello locale e provinciale. Diverse sono state le mostre e le esposizioni da lui organizzate in varie città, anche in Italia a Firenze, A Venezia, a Caserta, ma anche all’estero a Parigi. Da una analisi attenta delle sue opere, che si possono ammirare nel libro come in una mostra permanente, colpisce il realismo e l’intensità delle tante incisioni dedicate ai contadini e al mondo della terra, con alcune immagini che evocano figure ancestrali, come quelle che riproduciono tre donne vestite di nere che dialogano in un cortile o le diverse dedicate alla raccolta delle olive, alle dure fatiche dei contadini dei campi, ripresi anche mentre rientrano nelle loro case dopo una dura giornata, a volte anche mentre cercano refrigerio dall’afa estiva. A ben vedere Ranucci ci riporta ad un classico della nostra letteratura come è stato Rocco Scotellaro, con le sue posie e prose cantore della “civiltà contadina”. Molto intensa e significativa si denota la parte di opere dedicate ai temi religiosi, descritti con un forte pathos spirituale, come quelle dedicate ai riti e tradizioni della settimana santa.

Va rimarcata anche la sua forte passione per il teatro e l’impegno profuso per sostenere il diritto allo studio, in veste anche di dirigente del’ADISU (Azienda speciale della SUN). Tra l’altro, le sue “lamine” su materiali come il rame e il ferro sono state apprezzate da personalità illustri, come la Principessa Heliette Caracciolo, l’ex sindaco di Napoli Maurizio Valenzi, lo scrittore e giornalista Antonio Ghirelli, il romanziere belga Georges Poulet e Carla Fracci. Il volume riprende il suo catalogo variegato di opere, composto da centiannaia di quadri e di incisioni, di sculture e di scritti vari, che corredano tutta l’opera di oltre 210 pagine, che è stata redatta in modo accurato nella grafica e stampata su carta speciale. Con quest’opera Vitaliano Ranucci ci lascia una testimonianza profonda della vita, delle tradizioni, degli usi e dei costumi, della fatica del vivere quotidiano di una antica civiltà, quella della sua Sparanise e dei comuni limitrofi nell’area del Volturno Nord, lungo la via Appia. Nei suoi ricordi si legge anche tanta empatia, soprattutto tanto amore per le sue genti, per la sua famiglia. Grande emerge anche l’amarezza e la rabbia su come queste terre nel secondo dopoguerra sono state devastate dal miraggio di una industrializzazione che ha distrutto tante bellezze della natura, tante produzioni di eccellenza, alcune tipiche di queste campagne. Il sogno di imitare il Nord è durato poco. Nella maggior parte quello che era uno degli agglomerati industriali e produttivi tra i più importanti della ex Brianza del sud (così si definiva Caserta in modo pomposo), a seguito della crisi è stato ridotto a squallide “cattedrali nel deserto”, con aree molto ampie ridotte in abbandono, a volte utilizzate come deposito dei rifiuti anche tossici e pericolosi.


Si può ben dire che oggi il volume appare di grande attualità e tensione culturale in quanto si rivolge e può essere da stimolo a quelle forze, soprattutto di giovani e del terzo settore, che hanno avviato una battaglia per spingere gli enti e le istituzioni (locali, regionnali e nazionalI) a ripristinare condizioni di vivibilità e di benessere in quei territori, anche con processi di riconversione produttiva, di sviluppo ecosostenibile, come viene richiesto in modo urgente anche dalla terribile fase di emergenza sanitaria in cui siamo ancora immersi.



Le mostre
Teatro “Il Piccolo” – Sparanise (Ce) Teatro “Il salottino” – Roma Palazzo Centori – Vercelli Galleria “Il Gazebo” – Vercelli Anfiteatro “d’Oro” – S. MariaCapua Vetere (Ce) Palazzo dei Vescovi – Casertavecchia (Ce) Circolo “A. Sementini” – Mondragone (Ce) Circolo “A. Sweitzer” – CalviRisorta (Ce) Camera di Commercio – Avellino Galerie du Cinema “Les Marais” – Parigi Galerie “Elof” – Parigi Sala d’esposizione Palmese – Sparanise (Ce) Moto Club – Sparanise (Ce) Circolo Sociale – Caserta Galleria “14” – Firenze Chiesa San Zaccaria – Venezia



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