di Gianfranco Nappi
E così, un Segretario si dimette e nel giro di quattro o cinque giorni lo si sostituisce senza neanche un minimo di discussione e di confronto su ragioni, perchè, motivazioni…Impressionante devo dire.
E quell’interrogativo da cui siamo partiti, annuncio di battaglia o resa, si è sciolto nella direzione di una resa incondizionata : ancor di più dopo il discorso di Enrico Letta di ieri e il modo in cui è stato eletto nuovo Segretario del PD.
Quello di Letta mi è parso un discorso onesto per le cose che ha detto ma anche per il limite di fondo che ha confermato nella crisi del PD.
Onesto perchè ha posto con chiarezza i suoi punti di vista e convincimenti; ha riconfermato il sostegno a Draghi e il carattere non transitorio dell’alleanza con i 5Stelle. Ha anche parlato dell’esigenza che una forza politica non viva solo per il potere e che apra le porte della sua vita all’aria nuova della partecipazione più larga e che si superi la situazione attuale delle correnti, Ha lanciato l’idea della Agorà Democratiche in Autunno per raccogliere idee e proposte.
Se non che, ma forse era troppo chiederlo in questo primo intervento, non ha spiegato in alcun modo come questi obiettivi si possano concretizzare, soprattutto quelli riferiti alla vita e natura costitutiva del PD, tanto più in relazione anche al voto più che plebiscitario che l’ha eletto.
Tanto che sorge spontanea la domanda: ma allora, perchè Zingaretti si è dimesso? Che senso ha questo unanimismo se al suo interno c’è anche quella vergogna per la quale Zingaretti, a suo dire, è stato costretto a dimettersi? E se non la metti a nudo ora che sei appena arrivato, ora che c’è un Segretario ancora caldo che se ne è andato per questo, come pensi di poterlo fare più avanti?
E quindi, oggi più di ieri, ci appaiono incomprensibili le scelte di Zingaretti se non nel quadro di una stuazione per lui insostenibile sul piano umano più che su quello politico.
Ripetiamo, se si fosse trattato di una scelta politica, avremmo dovuto vedere altro, pur con le dimissioni riconfermate.
E però è una scelta che per quanto ‘umana’ ha grandi conseguenze politiche. Infatti il campo che Letta ha completamente lasciato non agito è proprio quello di una analisi della società e dei suoi conflitti e di questo capitalismo reale che richiede radicali interventi riformatori: senza riprendere il bandolo di questa analisi e di questa pratica il PD macera nella sua crisi.
E la cosa non è nè buona nè giusta.
Il tutto comunque apre uno squarcio di riflessione nuova e diversa sulla situazione napoletana nella quale, a questo punto, la scelta di Antonio Bassolino può assumere una valenza ulteriore, anche più squisitamente politica.
Ma su questo converrà tornare.
Sì. Una situazione completamente inedita per un partito di stampo “novecentesco”. Il segretario si dimette e le ragioni (presunte o reali) delle sue dimissioni non vengono nè affrontate nè discusse. Si convoca un’assemblea di circa mille persone e si elegge il nuovo segretario (unico candidato) all’unanimità. Una modalità di stampo sovietico che avrebbe fatto impallidire il più ferreo centralismo democratico. Il nuovo segretario parlando dei partiti ne ha descritto le caratteristiche: a centro-destra partiti del leader; movimento 5 stelle democrazia orizzontale; a sinistra? per ora non pervenuto.
Analisi assolutamente condivisibile.
Io percepisco ancora una volta che il tempo dell’attesa si amplifica mentre nel quotidiano appaiono continue e frammentare accelerazioni… poi all’esaltazione delle incompetenze ora emerge il regno delle competenze e dell’autorevolezza: ben vengano ! direi finalmente…ma come si delinearà il futuro, la visione del futuro non lontano e lontano….continuo a leggere e ad ascoltare per capirne di più.
Qui nella nostra tanto mortificata Napoli e falsamente enfatizzata negli ultimi anni, credo che Antonio Bassolino può congiungere proficuamente il vecchio e il nuovo ( anche con spessore simbolico) dando realmente molto spazio ai giovani. Credo e attendo, consapevole che le sospensioni stanno diventando troppo pesanti.
Condivido, Letta dimostrerà a Renzi, che lui è più bravo ad inseguire i media.
Caro Gianfranco, non discuto della figura di Letta ma mi lascia dubbioso il fatto che sia anche lui iscritto al partito del neo liberismo che, chiedo scusa, io chiamo anche predatorio e che ha portato il mondo al dominio della finanza. Questa è la vera lotta o rivoluzione verso il ritorno ai principi della Costituzione. Non possiamo abbandonare un terzo della popolazione senza risposte sociali e solidali.