di Ganfranco Nappi
No, non sono d’accordo! Si, certo, può considerarsi un infortunio comunicativo il fatto che nella stessa giornata in cui una sentenza fa chiarezza sulle condizioni di lavoro e sui diritti dei riders, un fatto che segna una svolta in uno dei settori lavorativi simbolo della precarietà, dello sfruttamento e della falsa libertà di vita, il Segretario del PD non abbia trovato di meglio da fare che un suo endorsement a favore di Barbara D’Urso.
Piuttosto questa mi sembra proprio invece la dimostrazione palmare di cosa sia oggi il PD, e non certo per colpa di Zingaretti.
Come anche tutta la vicenda dalla crisi del vecchio governo in qua dice , con le scelte compiute e subite, ciò che risultata evidente è la costituzione materiale di questo partito come confederazione di correnti e di persone partito con un’unica pulsione fondamentale : il governismo ( per dirla con l’ultimo lavoro di Pietro Folena ), che mi appare malattia ormai quasi senile di una sinistra che smarrisce tanto se’ stessa da non potersi più riconoscere come tale, sinistra appunto.
Cosa è oggi il PD? Una forza democratica? Senz’altro, e ci mancherebbe.
Si può dire che agisca come forza di sinistra?
E cosa vuol dire essere sinistra oggi?
Certo tante cose e non tutte semplici o scontate, ma una dovrebbe emergere chiara : una tensione critica, seppur variamente graduata, nei confronti dello stato di cose presenti.
E invece, oggi giorno che passa emerge sempre più un tratto liberale di questa forza oramai che si manifesta poi nella sua esigenza di conservare il potere come elemento indispensabile alla sua tenuta e al suo equilibrio.
Siamo ben lontani dalle stesse ambizioni del suo costituirsi originario : e si può ben dire che molto dell’epilogo si ritrovasse già in quell’inizio e sicuramente anche più indietro nel tempo.
Ma tant’è. Questa è oggi la situazione.
Quindi non è questione di Segretario. E’ questione di identità, natura, funzione reale e, insistiamo, costituzione materiale.
Ed è per questo che un Segretario pur accolto con tante speranze, anche motivate, non riesce a liberarsi di vincoli e visioni prevalenti e cogenti.
Ammesso che poi effettivamente lo voglia.
Ed è per questo che a mio modo di vedere, pur rimanendo il Pd riferimento democratico con cui interloquire non può rappresentare il soggetto intorno a cui imperniare un nuovo discorso a sinistra : non sarà da un nuovo Congresso che eleggerà un nuovo Segretario che verranno le novità che occorrerebbero.
Lì il discorso mi sembra sostanzialmente chiuso.
E il fatto grave è che siamo nel pieno di quello che definisco collasso democratico e di una assolutamente inadeguata capacità di rappresentanza sociale della politica e delle istituzioni.
E’ dalla comprensione di questo passaggio strettissimo tra vuoto di rappresentanza e crisi democratica collegata che dovrebbe nascere una risposta nuova : sociale e culturale, di idee e di pratiche nuove e, in quanto tale, capace poi di incarnare anche una rinnovata dimensione politicamente critica.
Zingaretti? Acchiappa farfalle, ma non ha il “retino”. Sei ancora in tempo, se non vuoi fare la controfigura di “Montalbano” puoi darti all’ippica, ma la politica è altra cosa. Con affetto.