di Rosanna Bonsignore

Miei alunni, ora ex forse in gran parte già laureati, mi hanno convinto ad iscrivermi a facebook forse una decina di anni fa: accettai per comunicare con loro in modo sfizioso, durante una mia degenza ospedaliera un po’ lunghetta. Per noi “serviva qualcosa di nuovo” perché l’email era già uno strumento di lavoro scolastico e continui erano i messaggi personali scritti a mano. Era stato stipulato un nostro patto: nessuna mia foto personale e comunicazioni sincere, allegre e gentili, in armonia. La connessione funzionò malissimo e, tornata in classe, dimenticai totalmente fb benché circondata da persone entusiaste di quello che da me era percepito come un bel giocattolo moderno, pieno di insidie per la riservatezza personale.
Durante il 2015 le iniziative realizzate da VIS ROBORIS nel PADIGLIONE KIP dell’EXPO 2015 a Milano, divenne necessario anche per me attingere informazioni da fb e così ho imparato ad accoglierlo come un giornale dalle pagine colorate a dimensione internazionale – pagine a volte accattivanti e a volte severe, spesso come “comunicazioni di servizio” – e fu indispensabile creare una pagina dell’Associazione per lanciare comunicazioni collettive, pagina da me gestita con attenzione e con insicurezza causata da scarse abilità … poi ho capito sempre più l’utilità di acquisire padronanza nell’uso di fb, di carpirne i trucchetti e di conoscere la funzione degli algoritmi. Valutavo insufficiente il mio tempo per apprendere al meglio ma ero ben immersa nella vita senza l’obbligo della “distanza sociale”, definizione pessima di un fatto inedito che ci è piombato addosso con echi sinistri il 9 marzo 2020.
Il cambio del quotidiano e l’accelerazione onnicomprensiva dei fatti inediti causati dal Covid 19, mi hanno spinto a inventarmi nuove consuetudini per neutralizzare le difficoltà causate dal distanziamento fisico e così mi sono trovata immersa, spesso casualmente e con la pazienza dell’imbranata facendo tentativi ed errori, nel variegato mondo di fb. Ora sono più abile e a volte mi diverto nel trovare singolari scoperte positive, ma ancora non ho capito il meccanismo del circuito continuo dei post e mi sono ignote molte funzioni. Non è mai venuta meno la consapevolezza di poter scegliere cosa e a chi comunicare, cosa seguire e cosa tralasciare, di poter individuare itinerari culturali facili da esplorare, quali informazioni e valutazioni politiche accogliere per riflettere ed eventualmente condividere. Con la sobrietà anche del tempo fisico da dedicare, ora credo che fb possa diventare anche per me ampliamento di saperi anche artistici in tempi reali e luogo – non solo immaginario – per ascoltare pregiati concerti e brani musicali, realizzati anche molto lontano, in diretta o in momenti più idonei ad assaporarli al meglio (ho seguito tutti i Concerti del Festival di Ravello 2020, con la visione dell’impareggiabile palcoscenico sospeso tra cielo e mare!)


FB e la Rete. A volte li immagino come grandi ventagli aperti con belle e intriganti opportunità di conoscenza, altre volte li percepisco come spazio poliedrico potente per trasmettere, a largo raggio, anche fatti crudi e dolorosi di inimmaginabili povertà ed ingiustizie che ci svelano il coraggio di persone eroiche e pezzi di umanità combattenti ancora per i diritti umani più essenziali. Percepisco fb e la rete come strumenti essenziali per costruire insieme energie – in apparenza solo virtuali – per frantumare muri, per incrementare proficuamente la forza della indignazione e per ritrovarsi collettivamente partecipi nel cammino difficile, non solo italiano, con obiettivi vicini e lontani per raggiungere e salvaguardare veri “beni comuni” ( I giovanissimi con Greta ci hanno insegnato tanto!). Nella rete si comunica, nella vicinanza fisica si conversa…ed è oggi più che mai indispensabile comunicare ed operare per escludere, annientare forme di violenza, di odio e di vuote contrapposizioni, per isolare atteggiamenti politici irresponsabili, narcisisti ed imbroglioni con niente di democratico ma con troppo di nebuloso populismo, per spegnere chiacchiericci degli incompetenti e il dilagare del compiacimento arrogante dell’ignoranza, ecc…
Questa Pandemia ci indica anche che, nelle mille pieghe dolorose del cambiamento epocale in atto – non sempre reso decifrabile dal rumore di gran parte dei media la cui indipendenza è frantumata – è necessario costruire e diffondere con irrimandabile e poderoso impegno una nuova Cultura Digitale, umanamente sana.
Quando saltano le connessioni, alla comprensibile impazienza denigratoria individuale dobbiamo sostituire il collettivo pretendere che la Politica, le Istituzioni e i Centri di Ricerca realmente lavorino per produrre progresso collettivo e metodologie efficaci (non solo strumenti) dell’inarrestabile sviluppo tecnologico e scientifico; esigere di comporre mappe per dare visibilità e spazi concreti – da Nord a Sud – alle tante esperienze imprenditoriali innovative di alto livello messe in atto autonomamente da giovani, spesso con collegamenti internazionali (“Il boom delle Startup sono più di mille in Campania. Proliferano le aziende dell’innovazione nate dalle idee di giovani di talento” La Repubblica Napoli di oggi, 18 dicembre). E’ fondamentale definirne la dimensione etica per neutralizzare il dominio imperiale, non solo economico, di Google, Apple, Amazon, Zoom, ecc…, ormai sempre più grandi colossi in continuo notevole arricchimento mentre è evidente l’ aumento di povertà inedite e disuguaglianze non previste. E’ Politica, dell’oggi da proiettare nel futuro, prendere atto che per vincere la “guerra” contro la Pandemia, penetrata in modo distruttivo in più aree del mondo, acquista centralità la questione tra Calcolanti e calcolati nel conflitto terapeutico per determinare cambiamenti efficaci anche nelle geografie dei poteri e nei sistemi di competenze sanitarie e farmacologiche, al di là di ogni confine territoriale.


InfinitiMondi mi ha condotto, direi per mano, nel vivere – prima per spirito di gruppo e poi per convinzione sempre più solida – la relazione culturale e politica che si può strutturare anche in piattaforma, da me mai sperimentata prima di aprile. E’ bene ricordare che in questo autunno 2020 è stato essenziale attraverso le piattaforme non interrompere gli innumerevoli percorsi formativi e professionali, gli itinerari di conoscenza e di dibattiti con confronti rigorosi già avviati nei mesi precedenti. Sono spazi da utilizzare sempre più e sempre al meglio. E’ evidente che i cambiamenti sociali e culturali già stanno assumendo forme strutturali irreversibili (grandi o piccole che siano) rendendo più complessa la realtà: la giusta gestione delle conquiste tecnologiche e della scienza richiede con urgenza nuovi paradigma di lettura, di analisi rigorose e scambi interdisciplinari critici e costruttivi per dare vita ad adeguati interventi politici, sociali e culturali sistematici nel loro necessario essere dinamici. E’ possibile superare il grave ritardo?
Tra le tante strade delle rete percorse e condivise in questi ultimi mesi con fb e in piattaforma, ho considerato di singolare importanza le iniziative dell’Università dell’ Uguaglianza per me istruttive: aperture ad altri orizzonti di conoscenza in una mia rinnovata energia mentale nell’ascoltare vari esperti con il calore dell’impegno politico, raggiungibili comodamente da casa anche in tempi diversi dalla diretta.
Ogni incontro della giovanissima Università dell’Uguaglianza – scuola di pensiero e di politica – nelle specifiche tematiche ben inserite in un mosaico interdisciplinare, ha espresso coerenza ai principi fondanti pubblicati nel Manifesto reso pubblico il 27 settembre 2020.

E’ bene riportarne alcuni frammenti che mi hanno colpito già alla prima lettura “Noi ci riuniamo qui per contribuire a raccogliere, elaborare e trasmettere gli elementi di un nuovo pensiero politico e culturale fondato sui grandi valori di libertà, di solidarietà e di uguaglianza e in una moderna critica al capitalismo. Le ingiustizie e le disuguaglianze hanno largamente superato ogni livello di guardia, negli anni del liberismo sfrenato. La vita stessa sul pianeta è messa in discussione…. Nasce il bisogno di diffondere nuovi saperi, in forma circolare. Di individuare maestri e maestre che ci aiutino a comprendere questo mondo complesso.
Di lavorare attorno a principi che sostengano l’azione umana, a partire da quella politica… Per questa ragione intendiamo, senza reticenze, o sì, ma anche prendere in mano la bandiera dell’uguaglianza….” Pietro Folena nell’introduzione agli incontri programmati ha sottolineato ll rivolgimento enorme che l’umanità sta vivendo dalla fine della seconda mondiale e che impone la costruzione di una nuova scaletta delle priorità dove la salute deve ritrovare un posto primario.
Progetto ambizioso saldo nella sua incontestabile etica. Le gemme già stanno prendendo lo spessore dei frutti.

Ho dato piena adesione al primo ciclo con i tre incontri “Vivere nella tempesta” dell’Università dell’Uguaglianza, iniziato nel mese di ottobre con previsione di bella continuità. Riporto qui qualche frammento della introduzione di Pietro Folena che, con il richiamo al titolo del libro di Nadia Fusini e alla “Tempesta “ di W.Shakespeare, ha sottolineato che “Vivere nella tempesta” oggi è una metafora marina per segnalare che chi ha responsabilità politiche più dirette è impegnato nella politica quotidiana navigando sotto costa, mentre è necessario osare di più per trovare un orientamento, una bussola che permetta di andare più lontano.

Lancio qui l’invito a cogliere le opportunità della rete per “partecipare” a questi primi tre incontri già realizzati.

1)Beni di merito in sanità :
Il valore della salute di Rosaria Iardino, La salute globale di Stefano Vella, 15 ottobre: incontro di forte interesse da diffondere per la qualità dei contenuti dei relatori su tematiche poco divulgate se non tra esperti, con precisi grafici e mappe geopolitiche che hanno captato maggiore attenzione anche su pagina fb.

2) Pierpaolo Pasolini. Questa disperata passione di essere nel mondo, lezione di Nichi Vendola, 19 novembre. Per me un ritrovare tasselli del pensiero, di poesie e delle opere cinematografiche di Pasolini impreziositi dalla straordinaria ampia lezione di Nichi Vendola. Efficaci le letture e la visione del video con la presentazione del Progetto del Mausoleo all’ idroscalo di Ostia dedicato a Pierpaolo Pasolini per opera di Nicola Verlato, con l’obiettivo di renderlo un Centro nazionale ed internazionale di iniziative culturali.


3) L’ambiente e le specie nella tempesta, Lezione di Luciana Castellina, 3 dicembre: ascoltarla significa accogliere analisi e proposte politiche di inconfutabile modernità, ben sostenute dal suo costante e tenace impegno operativo anche nelle attività designate con l’espressione “dal basso”, ormai tanto rivitalizzata. Con la semplicità del suo comunicare ha ben evidenziato la necessità, oggi più che mai, di introdurre nei programmi scolastici anche lo studio dell’Ecologia …io ho ricordato mie radici nel mio primissimo fare scuola e con imprevista sicurezza ho ritrovato due miei libri / quaderni didattici del 1978. Li ho sfogliati sorridendo continuando ad ascoltare Luciana Castellina.





In diversi giorni di novembre la Rete è stata invasa dalle molte iniziative (alcune eccezionali con dimensione internazionale) che hanno caratterizzato il viaggio tra scienza e fantascienza della straordinaria edizione di FUTURO REMOTO 2020, da remoto, che ha offerto la possibilità a VIS ROBORIS di realizzare tre Simposi online, credo con buoni risultati, partendo dal libro “Contagio dell’Algoritmo, Le idi di marzo della Pandemia” di Michele Mezza.
Oggi acquistano particolare valore gli incontri del 26 e del 27 novembre tra studentesse e studenti con Pietro Greco, nel percorso di confronto sereno e formativo attraverso scambio di esperienze didattiche di classi di scuole diverse, costruito insieme a Michele Mezza. In verità, indimenticabile il dialogo vivace, schietto e direi sorprendente che hanno creato soprattutto con Pietro Greco le allieve e gli allievi della 3C dell’IC “Don Milani” di Torre del Greco con la prof. ssa Caterina Ascione. Incisiva la promessa finale di ritrovarsi presto e più volte per sperimentare
un originale lavoro didattico di più mesi, già in cantiere. Oggi anche i giovanissimi della 3C sono stati raggiunti dal triste sbigottimento. Più forte la volontà di continuare insieme al meglio, nel desiderio di valorizzare il nostro ricordo del sorridente empatico Pietro Greco.


Rosanna Bonsignore



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