In collaborazione con Koinokalò Associazione

Per partecipare, MERCOLEDI’ 21 OTTOBRE ALLE ORE 16.30, andare direttamente al link indicato : http://meet.google.com/gse-gdvm-jpa

di Gianfranco Nappi

Nessuno poteva pretendere, nè pretende, che questo Governo, e i Governi regionali, potessero in poco tempo porre mano a quella Riforma strutturale del Paese necessaria per fronteggiare la diffusione e gli effetti di una Pandemia che va certo contrastata sul terreno della fondamentale responsabilità personale e individuale ma non di meno su quello della nuova costruzione collettiva di vita sociale improntata a logiche radicalmente alternative a quelle imperanti negli ultimi decenni sotto il segno del mercato.

Porre al centro Sanità e Sociale, Scuola e Saperi, Mobilità pubblica, Nuovo rapporto con il contesto ambientale delle nostre azioni e della nostra vita reclama un’opera di lunga lena, un disegno riformatore profondo, una visione del Paese, della società, delle due sofferenze e delle sue aspirazioni e speranze.

Nessuno poteva pretendere che in pochi mesi si riuscisse in questo ( posto che qualcuno al Governo ci abbia pensato…), e però emerge sempre di più, di fronte a questa Seconda ondata che le difese approntate sono insufficienti, che le misure riorganizzative intraprese o immaginate sono al di sotto delle necessità, che ci si è illusi che senza l’avvio di una radicale messa in discussione si potesse reggere, far passare la buriana…E peggio ancora in tanti altri paesi europei.

Siamo di nuovo nella tempesta, viene da dire con il titolo di un bel ciclo di incontri che segna l’avvio della attività dell’Università dell’Uguaglianza .

L’impegno del Governo, e quello corale del Paese, sono valsi a fronteggiare la prima ondata in modo significativo.

Troppo poco si è fatto, troppo poco si è impostato, troppo poco si è immaginato, troppo poco si è sognato per rovesciare i termini della situazione o, quantomeno, insisto, tracciare una rotta lungo la quale si potesse consolidare la affermazione di una nuova trama sociale, di un nuovo vivere insieme, più responsabile e solidale verso gli altri e verso l’ambiente.

Questo è il punto.

Vale per il Governo nazionale e vale per i Governi regionali.

Si sente poi sempre più spesso la voce di Confindustria. Ieri il suo ineffabile neo presidente si lamentava del fatto che siamo l’unico paese che ha bloccato i licenziamenti, e se ne doglieva : e meno male invece che il Governo sta agendo in modo socialmente responsabile!

Chi non si sente invece è proprio il movimento sindacale . Ma come è possibile? Invece potrebbero avere un ruolo fondamentale di responsabilizzazione e di critica, di spinta propulsiva. Niente. Annichiliti in un silenzio assordante.

E ora, l’unica cosa che incede in modo prepotente è la logica della piena emergenza con blocchi e chiusure stringenti e sempre più diffusi.

Probabilmente non se ne potrà fare a meno. Ma dopo la Prima Ondata sicuramente non è una vittoria.

Sta saltando l’indispensabile ricostruzione dei contatti ai fini del tracciamento : ma perchè si è lanciata Immuni e poi si è assistito impassibili per mesi al suo non utilizzo ? E perchè, ancora oggi, si assiste al paradosso che Google, sovrana dei dati della nostra vita ( e quindi incipiente sovrana della nostra vita tout court ), ci manda ogni mese il tracciamento dei nostri spostamenti, dove siamo stati…e il Sistema sanitario pubblico non può accedere a nessuno di questi dati ai fini della nostra sicurezza?

E perchè tutto il sistema della diagnostica veloce delle positività, i tamponi nelle loro diverse opzioni, ancora non riesce a stare appresso al diffondersi del contagio ?

E perchè tutta la rete di medicina del territorio non ha visto alcun potenziamento tangibile ?

Si veda il caso della mobilità collettiva che tanto sta incidendo su una situazione già sovraccaricata come quella delle scuole: e come può reggere la Scuola, l’Università se intorno ad essa nulla cambia?

Ci piacerebbe anche sapere ad esempio se in questi mesi è stato programmato, diciamo in Campania , l’acquisto di un autobus , di un treno regionale, di un convoglio della Circumvesuviana o della Cumana o della Metropolitana 1 o 2 in più; se è stata programmata la formazione e l’assunzione di 1 conducente o di un capotreno o di un controllore in più ; se è stato almeno programmato il potenziamento di un tratto di rete su ferro, di una cabina elettrica in più, di un impianto tecnologico in più…..Non dico la rivoluzione del trasporto pubblico locale, di cui ci sarebbe bisogno…, non dico il recupero in un anno degli 11 miliardi di euro tagliati negli ultimi 10, ma almeno , ecco, 1 autobus in più, 1 corsa in più…

…in vecchaia sto diventando ‘migliorista’, mi accontento di poco.

Vuoi vedere però che senza uno sguardo lungo, senza un osare, senza un pensare in grande neanche questo poco si riesce ad ottenere?

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