Il balcone appena aperto mi regala un tocco di freddo e un raggio di sole.
Fatta colazione con lo sguardo colorato delle mie orchidee regine sul davanzale, mi avvio con fiducioso buonumore ad un’altra giornata #io sto a casa, con piacevole lentezza…e poi sento il click del cellulare abbandonato sul divano da ieri sera.
Ok scorrono new, quasi mi concedo e poi…. Si interrompe il mio placido risveglio:
“Lei è Lorena Quaranta.
Lorena aveva un sogno: quello di diventare medico.
Antonio De Pace, fidanzato, convivente e collega, l’ha strangolata in un condominio di Furci Siculo, in provincia di Messina….”
Ed ecco la foto. Lorena tutta in azzurro (tuta sanitaria, cuffia e mascherina) dove dominano grandi occhi con una singolare luce in uno sguardo deciso, occhi che in questi giorni di coronavirus, costituiscono il linguaggio più prezioso per comunicare all’ammalato cura, coraggio, fiducia e sentimenti umani impalpabili ma confortanti. Mio commento al post : Allucinante, dolore acuto.

Ritorno a pensieri degli ultimi giorni: il coronavirus non ha annientato vecchi problemi ed azioni criminali, fa e farà esplodere sempre più rabbie pericolose nonostante gli slogan “insieme ce la possiamo fare”e “diventeremo migliori”. Oggi mi fa più dolore che l’artefice dell’orrendo atto sia un giovane medico che ha spento sorrisi, sogni, competenze in divenire di una giovane dottoressa in medicina che, nella foto, esprime determinata dolcezza. Dolcezza certamente in lei persona, non solo nella foto.
Mi alzo, giro e mi rigiro tra le pareti domestiche, una piccola fuga sul balcone…non voglio ripetermi i soliti termini di denuncia politica e civile, non voglio rabbia impotente né ritrovarmi in frammenti di analisi sociologiche…

Ecco il mio approdo : la Poesia.
L’intuito, il mio sesto senso mi fa ritrovare in un attimo un libro coloratissimo, dedicato ai bambini ed efficace per gli adulti.
NEL BOSCO DEL MISTERO
Poesie, cantilene e ballate per i bambini
Giulio EInaudi Editore, Torino, 1986

A Lorena, oggi
Il tremendo mago Blu
C’era una volta una fatina bianca
che andava a rubare i fichi molli
nell’orto del tremendo mago Blu.
Ma poi con il suo fucile luccicante
mirava dritto al cuore della fata
e sparava, sparava luci e piume
e fiori, fiori lievi bianchi e azzurri
che pareva una festa, un’incantata
per quella fata che mangiava fichi
cantando una canzone da far piangere
tanto era dolce e piena di sussurri,
di luci, piume e fiori bianchi e azzurri.
(pag.34)

a Lorena, pensando ad un futuro
La fiorellina del bosco
In un bosco c’è una capanna
coperta di gelsomini
dove sta una bambina
fiorellina
vestita di ciclamini,
coi capelli di primule,
e gli occhi di pervinche.

Ha un gatto rosso
come un leoncino,
un gallo verde e una gallina bianca
che le fan compagnia
insieme ai pettirossi,
ai merli e ai cardellini.

Quando vien buio buio
nella capanna
si vedono soltanto due lumini.
Sono gli occhi del gatto
e se un bambino
qualche Hansel e Gretel
o qualche Pollicino,
si è perduto e vede quei lumini
e cammina cammina e ha l’affanno
finché è sfinito e arriva alla capanna,
la bambina si sveglia,
lo fa entrare,
lo consola e gli dà un po’ da mangiare;
come un gran piatto di polenta pasticciata,
col formaggio, il prosciutto e la frittata;
poi acqua di sorgente e un po’ di vino.
Dopo lo mette a dormire in un lettino
e la mattina gli insegna il cammino.

Ma se arriva un viandante
che è un ladro furbacchione
o un brigante a cavallo
con lo schioppo a forma di un trombone,
d’incanto magico la gallina e il gallo
diventano due aquile feroci
e il gatto si trasforma in un leone
con degli occhi infuocati e zanne ed unghioni.
Poi via che volano e balzano veloci
con gridi e stridi e orrendi ruggiti
e fan scappare urlando quel briccone.
(pag. 35 e pag. 37)

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1 commento

  1. Cara Rosanna, con le tue parole dipingi un quadro di dolorosa poesia… Le favole rendono sempre giustizia ai nostri desideri più profondi. Ma dentro di me, questa tragica vicenda riecheggia con accenti leopardiani: vedo in quel volto gli “occhi ridenti e fuggitivi”, penso ai suoi sogni infranti “all’apparir del vero”… Che riposi in pace.

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